08/02/15
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Metano su Marte: si pensa a un'origine biologica
LO HANNO RIVELATO DATI TRASMESSI DALLA SONDA MARS EXPRESS DELL’ESA
Confermata la presenza del gas. Potrebbe essersi formato da decomposizione di vegetali o animali

MILANO - Allora il metano sembra ci sia per davvero su Marte e questo significa che la ricerca della vita a cui il gas può essere legato, si va facendo più interessante. Se ne discute da qualche anno, da quando nel 2004, in particolare, il professor Vittorio Formisano, dell’Istituto di fisica dello spazio interplanetario, riferiva di averne trovato traccia esaminando i dati trasmessi dalla sonda Mars Express dell’Esa. Altri gruppi avevano poi dimostrato questa possibilità ma le discussioni sono continuate. Adesso Michael J.Mumma del Goddard Space Flight Center della Nasa ha precisato in una conferenza stampa e scritto sulla rivista americana Science di aver trovato consistenti quantità di metano provenienti da tre zone: Nili Fossae, Terra Sabae e Syrtis Major. Il gas rilevato esce dal suolo al ritmo di 0,6 chilogrammi al secondo e si è calcolato che nell’estate marziana 2003 nel giro di pochi mesi siano uscite circa 21 mila tonnellate di
metano. «Questa è la prova definitiva della sua presenza su Marte» nota Mumma che indaga tale possibilità a partire dal 2001. Ora ha analizzato la luce riflessa dalle zone interessate notando attraverso l’analisi spettroscopica l’assorbimento di alcune righe che testimoniano la presenza del prezioso gas. Le discussioni in passato si erano accese anche perché delle osservazioni nel 2006 sembravano dimostrare che buona parte dello stesso gas fosse scomparsa. Approfondendo lo studio il risultato è stato diverso.

DA DOVE VIENE? - Ma adesso si pone la questione fondamentale della sua origine e qui i ricercatori sono ancora grandemente divisi. La provenienza, si spiega, può derivare da processi biologici (digestione animale o imputridimento di animali o vegetali) oppure per cambiamenti geologici, attività vulcanica o sorgenti calde sotterranee. Di queste ultime però le prove sono scarse e quindi oggi il partito dei sostenitori della tesi biologica sembra essere molto forte. «Forse dobbiamo pensare che nelle profondità marziane la vita sia davvero nascosta anche oggi» nota Lisa M.Pratt dell’Università dell’Indiana. Restano le difficoltà della rilevazione del metano adesso effettuata da Terra con i telescopi delle Hawaii. Naturalmente ora sia guarda all’esplorazione effettuata con le sonde e i robot per trovare conferma. E la prossima spedizione del grande rover Mars Science Laboratory della Nasa delle dimensioni di un SUV alimentato con energia
nucleare sembra essere l’occasione adatta. La partenza di questo rover è stata rinviata al 2011 per difficoltà nella costruzione ed uno dei suoi possibili obiettivi di sbarco era proprio Nili Fossae che poi era stato però cambiato. Ora visto il rinvio, alla Nasa stanno considerando il ripristino della meta proprio per verificare se l’area è ricca di emissioni metanifere. La discussione si sta facendo sempre più interessante.

Giovanni Caprara
16 gennaio 2009

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_gennaio_16/metano_marte_giovanni_caprara_ba47cf2a-e3cd-11dd-8cd2-00144f02aabc.shtml

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Marte è vivo

http://matteovannucchi.nova100.ilsole24ore.com/2009/01/marte-è-vivo.html




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